Costi ambientali e sociali della moda

Abiti, frutta e verdura: cosa hanno in comune? Il marchio registrato Agritessuti, lanciato dall’associazione italiana di imprenditrici e donne dell’agricoltura Donne in Campo-Cia. Si tratta di una filiera del tessile Made in Italy 100% ecosostenibile, che utilizza tessuti naturali tinti con fiori, foglie e ortaggi di scarto.

Donne in Campo-Cia, associazione italiana di imprenditrici e donne dell’agricoltura ha lanciato il marchio registrato Agritessuti. È stato presentato a Roma con una sfilata di abiti realizzati in tessuti naturali e tinti con ortaggi, frutta, radici, foglie e fiori. La domanda di capi sostenibili in Italia è cresciuta in appena due anni del 78%. – ® Il Fatto Quotidiano

Realtà come quella appena citata hanno sempre più successo: infatti la domanda di capi sostenibili in Italia è cresciuta in due anni del 78%, e dato ancor più interessante è che il 55% dei consumatori è disposto a pagare di più per questo genere di abiti.

Dati, tuttavia, che si trovano in contrasto con i costi ambientali e sociali della moda low cost: secondo le Nazioni Unite dal 1960 i rifiuti tessili sono aumentati dell’811% e questi finiscono negli inceneritori creando tonnellate di CO2.

Per quanto riguarda invece il costo sociale, la realtà è drammatica: l’organizzazione internazione Abiti Puliti denuncia quotidianamente le condizioni di sfruttamento alle quali i lavoratori, dei Paesi ospitanti le fabbriche dei grandi marchi di abbigliamento low cost, sono sottoposti. Per esempio, “In Bulgaria, lo stipendio dei lavoratori di un fornitore di H&M non arriverebbe al 10 per cento di quanto serve a una vita dignitosa. Questo nonostante l’azienda sia uno dei più grandi rivenditori al mondo, con profitti per 2,6 miliardi di dollari”.

Photo by Reuters

L’attenzione ai costi ambientali della moda cresce sempre di più ma non devono in alcun modo fare ombra ai costi sociali: anzi, debbono andare di pari passo.

Come associazione abbiamo l’interesse di trattare approfonditamente questi temi. Prossimamente vogliamo infatti portare a Padova un interessante momento di formazione e discussione sull’impatto sociale e ambientale della moda, sul fast fashion e sulla moda sostenibile.

Per sabato 15 febbraio dalle 17:30 presso Circolo Reset in via Leonardo Loredan, 26 (Padova) abbiamo organizzato l’Aperitivo Sustainable Fashion-Raccolta vestiti usati, in cui presenteremo questa nostra iniziativa insieme alle associazioni Studenti Per – Udu Padova, Rete degli Studenti Medi Padova e Xena – Centro scambi e dinamiche interculturali.

Durante l’aperitivo, sarà presente anche il free-market, il quale si ispira all’economia del dono ed ai charity shop molto diffusi in Nord Europa. Chiunque, in forma libera e gratuita può prendere ciò di cui ha bisogno o che semplicemente gli piace, con il solo limite di non superare i 10 pezzi. Non è necessario donare un oggetto per prenderne un altro perché il principale obiettivo è la ridistribuzione, il riutilizzo degli oggetti.

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