#EarthOvershootDay: Abbiamo esaurito le risorse del Pianeta per il 2015

Ieri 13 Agosto l’uomo ha esaurito tutte le risorse disponibili per il 2015.

Secondo quanto riporta il Global Footprint Network, per soddisfare la nostra domanda necessitiamo di ben 1,6 Terre.

Dai dati del centro studi emerge anche che dal 1970 abbiamo consumato sempre di più beni come acqua e cibo, aumentando negli anni il rapporto tra l’impronta ecologica dell’uomo, cioè i suoi consumi, e la biocapacità del nostro Pianeta, cioè le risorse naturali che la Terra può offrirci.

Inquesto video, realizzato da Sustainability Illustrated, si mostrano gli effetti che questo “overshoot” causa: scarsità d’acqua, erosione del suolo, deforestazione, perdita di biodiversità, aumento delle emissioni di CO2, con il conseguente aumento delle temperature.

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Il Network prevede che nel 2030 avremo bisogno di ben 2 Terre per colmare le nostre “necessità”, a meno che non si adoperino strumenti volti alla riduzione dei consumi e delle emissioni, come già alcuni Paesi virtuosi, come la Danimarca, stanno adoperando da anni.

 

(Se volete calcolare la vostra impronta ecologica cliccate qui)

 

Quest’anno inoltre i vertici mondiali si riuniranno a Parigi per il Sustainable Innovation Forum 2015, conosciuto anche come COP21, in cui si dovrà definire un nuovo accordo internazionale che permetta di mitigare i cambiamenti climatici e i loro effetti. Speriamo possa essere un’occasione in cui realmente l’umanità capisca i suoi sbagli e possa porvi rimedio prima che sia troppo tardi (sperando soprattutto che risulti più efficace di altri protocolli, come ad esempio quello di Kyoto!).

In Italia varie realtà e associazioni hanno formato per questa occasione una coalizione, volta alla realizzazione di iniziative e mobilitazioni a livello nazionale e territoriale. L’intento è proprio quello di raggiungere la massima sensibilizzazione possibile sulla lotta ai cambiamenti climatici e sul prossimo appuntamento di Parigi.

Negli anni comunque sempre più nazioni e comunità hanno prestato orecchio alle problematicità ecologiche e stanno cercando di porvi rimedio.

Citiamo qui un articolo di Gaetano Parisi sul blog ARIA-VOCI LIBERE, su come gli Stati Uniti (in qualche modo anche loro) stiano cercando di ridurre le loro emissioni.

ATTENZIONE: il seguente articolo può causare attacchi di filoamericanismo, “abbronzatura” improvvisa, patriottismo cronico, e manie di colonialismo. Si consiglia di leggere l’articolo lentamente e con spirito critico, e in caso di effetti collaterali, interpellare google o preferibilmente consultare questo blog in materia di muos, basi militari americane, aziende petrolifere, guerra, McDonald’s.

Che bella notizia, ogni tanto ci vuole. “Quando il mondo incontra le sfide più dure, è l’America a guidare sulla strada da seguire. Ed è così anche con questo piano”. Patriottismo a più non posso per il discorso di Barack Obama, che introduce la road map degli stati uniti contro il problema dell’inquinamento e del cambiamento climatico. Certo, non hanno aderito al protocollo di Kyoto , ma possiamo considerarlo un atto di buona volontà, da parte da una nazione che proprio ambientalista, non è. Ricordiamo il recente disastro del 21 maggio, ben 80000 i litri di petrolio ( quelli dichiarati) fuoriusciti dall’ oleodotto di santa barbara, in California.

Ma basta con le critiche per una volta, e vediamo in cosa consiste il piano green di Obama. Il progetto, che sarà presentato a Parigi in occasione del vertice delle Nazioni Unite, prevede un taglio del 32% delle emissioni di CO2 entro il 2030, e soprattutto l’imposizione di limiti per l’emissione di agenti inquinati delle centrali elettriche. Lo scopo , è inoltre quello di ridurre del 90% le morti premature legate all’inquinamento, e di far risparmiare di conseguenza i cittadini americani sulle bollette di gas e luce. Immediate le critiche dei repubblicani, che temono le ripercussioni sull’economia, come se una volta sconvolto il pianeta, e scomparsa ogni forma di vita, loro potessero continuare a lucrare. Incoraggiante invece la dichiarazione di Hilary Clinton, che difenderà il piano “ perché i repubblicani scettici e disfattisti, compresi tutti i candidati alla presidenza, non offrono alcuna soluzione credibile. E la verità è che non ne vogliono alcuna”. Se veramente dovesse essere approvato, questo piano sarà un farò nella notte ambientalista della civiltà umana, che sembra non aver capito ancora , che la sua sopravvivenza dipende strettamente dall’ambiente che lo circonda, ma anzi, continua a trasformare la linfa vitale della natura, in mero profitto. L’Italia importa, oltre che merci, tanta cultura americana, perché non prendere esempio e varare in piano simile? Vantiamo uno dei mari più belli e “ buoni “ del mondo, le nostre coste sono tra le più ambite dai turisti, e la cucina migliore non solo a livello gastronomico, ma soprattutto nutritivo, tuttavia continuiamo a sversare veleni nelle nostre falde acquifere e nei nostri mari, a svenderci a compagnie petrolifere estere. Come un monito sulla pochezza della morale italiana, giungono a breve distanza dal discorso di Obama, le confessioni di un pentito di mafia, che descrivono il territorio cosentino come una seconda terra dei fuochi.

Peccato, l’articolo era iniziato così bene….

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