Energie rinnovabili – Obiettivo 7

L’Obiettivo 7 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite si prefigge di assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni.

Ad oggi siamo ben lontani dal raggiungere questo obiettivo, in quanto solo il 17,5% dell’energia consumata nel mondo è rinnovabile.

Ma è importante parlare di energia perché anche dalla sua produzione dipendono i cambiamenti climatici che possiamo vedere con i nostri occhi ormai quotidianamente.

Utilizzare fonti di energia rinnovabile oltre a significare meno emissioni a effetto serra e una minore dipendenza dai combustibili fossili provenienti dal mercato estero, comporterebbe la creazione di nuovi posti di lavoro.

Purtroppo, gli obiettivi prefissati per il 2030 non potranno mai essere raggiunti fino a quando l’uso dei combustibili fossili non solo non sarà più premiato attraverso sussidi, ma sarà anche fortemente tassato e contrastato.

Le città hanno un ruolo fondamentale nella crescita dell’uso dell’energia rinnovabile. Basti pensare al settore del trasporto pubblico.

Autobus elettrico (LifeGate)

Il tema “trasporti” rimane un problema da dover risolvere: solo l’3,3% dell’energia rinnovabile nel mondo viene utilizzata per i trasporti. L’obiettivo comune da raggiungere entro quest’anno è del 10%, già ampiamente superato da paesi come la Svezia dove l’energia rinnovabile usata per il trasporto rappresentava nel 2018 quasi il 30%. L’Italia si ferma al 7.7%.

Le energie rinnovabili hanno un impatto ambientale minimo perché non si esauriscono e non inquinano. Le più conosciute sono l’energia solare, quella eolica e quella idroelettrica, ma ce ne sono delle altre.

Per esempio, i mari e gli oceani producono energia meccanica attraverso le maree, il moto ondoso e le correnti che poi viene trasformata in energia elettrica attraverso varie tecnologie.

Una turbina che sfrutta le onde del mare trasformandole in energia (Ticinonline)

Purtroppo, anche questo tipo di produzione di energia ha delle conseguenze: gli impianti che sfruttano le correnti cambiano i flussi delle maree e questo porta all’erosione delle coste. E disturbare in questo modo l’ecosistema non è assolutamente positivo.

Anche l’energia geotermica, che da sola potrebbe soddisfare il fabbisogno di energia della Terra per i prossimi 4 mila anni, comporta delle gravi conseguenze: gli impianti sono enormi e questo rovina l’aspetto paesaggistico della zona ma soprattutto provoca scosse di terremoto proprio per la sua attività nel sottosuolo. A Basilea per questo motivo un sito è stato chiuso.

Impianto geotermico

L’energia derivante dalle biomasse, invece, pur essendo considerata rinnovabile è leggermente diversa dalle precedenti. È prodotta da qualsiasi componente di origine biologica, come la legna da ardere, le alghe marine o gli scarti delle industrie alimentari, comprese anche piante coltivate proprio per la produzione di energia. Per avere dei benefici economici dalle biomasse servirebbe però molto più terreno coltivabile e per questo l’ONU si è espressa preoccupata: questo tipo di energia va a sottrarre terra alla produzione alimentare e alle foreste causando gravi conseguenze.

Tra (quasi) tutti i Paesi del mondo è in corso una competizione lanciata dalla Svezia: diventare il primo paese rinnovabile al 100%. Il Costa Rica ha raccolto il guanto di sfida puntando a diventare carbon neutral entro il prossimo anno. Il vicino Nicaragua vorrebbe che entro quest’anno il 90% dell’energia che utilizza sia rinnovabile. La Germania incoraggiò il fotovoltaico negli anni ’80 e ora è leader di questo settore e il 78% dell’energia giornaliera deriva da fonti rinnovabili.

Molti altri paesi stanno partecipando a questa bellissima competizione: quello che ci auspichiamo è che vincano tutti.

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