Oggi è difficile per molte persone discernere una notizia vera da una falsa, le cosidette “bufale”. Purtroppo, in tanti condividono queste notizie, facendo il gioco di coloro che le creano e le usano per monetizzare i loro siti internet. Quindi non solo viene divulgato il falso ma si specula anche su questo e sul poco senso critico dei cittadini.
Purtroppo anche i quotidiani locali e nazionali spesso cascano in questo sistema. Proprio in questi giorni ci siamo imbattuti infatti in una notizia ben poco scientifica pubblicata da Il Fatto Quotidiano, ossia l’articolo di Pietro Perrino, già noto per dichiarazioni antivacciniste, con il titolo “La bufala di Xylella: non è il batterio ad uccidere gli ulivi”.
L’articolo riporta una breve descrizione dell’autore: genetista ed ex-direttore dell’Istituto di genetica vegetale del CRN di Bari. Proprio per questo suo curriculum, ci chiediamo come sia stato possibile produrre un articolo di tal genere.
Di fatto, egli espone diverse ipotesi e teorie “scientifiche” senza riportarne la fonte, nessun laboratorio di ricerca, nessun nome di ricercatori collegati a ciò che è riportato sulla carta. Tutt’altro, si usano espressioni come “non è stato ancora dimostrato in modo inequivocabile”, “diversi ricercatori degli Stati Uniti”, ecc.
Secondo il Dott. Perrino, il coinvolgimento di Xylella nel problema degli ulivi pugliesi sarebbe una bufala perché:
– Non è stato ancora definitivamente dimostrata l’azione di Xylella
(ma, essendo un patogeno molto presente sul suolo pugliese ed avendo causato vari danni, il patogeno in questione ha sicuramente diverse ricerche a carico ed alcune potrete leggere in questa rivista di patologia vegetale);
– Ci sono piante infette ma che non manifestano i sintomi
(e questa è una caratteristica comune ai patogeni, avendo in molti la capacità di mantenersi in uno stato di incubazione cronica e, magari, scatenarsi in seguito);
– Vi sono alcune piante che presentano i sintomi ma senza presenza di alcun batterio
(questo potrebbe essere un trampolino di lancio per la tesi dell’autore ma non riporta nessuno studio scientifico a favore di quella che potrebbe essere la prova/cavallo di battaglia. Per cui la veridicità di questa affermazione, ma anche delle altre, potrebbe vacillare senza un supporto consistente).
Un altro punto a sfavore dell’autore è di certo il profondo complottismo spicciolo, anch’esso senza basi dimostrate, volto ad impressionare i più senza fornire alcunché di scientifico.
Il fenomeno del “leone da tastiera” o “complottista seriale dei social” è tipico del nostro tempo: frustrati dalla corruzione dilagante e dalla mancanza di serietà per migliorare il bene comune, soprattutto da parte di aziende private (in particolar modo il loro target va sulle case farmaceutiche) e politici. Ma il complottismo, da un periodo a questa parte, si sta riversando anche sul campo scientifico, mettendo in dubbio verità ormai ovvie supportate da decenni di studi scientifici.
Anzi, Perrino mette in dubbio le scoperte di Pasteur, padre della moderna microbiologia, ipotizzandolo colluso con le case farmaceutiche di allora (anche questo senza prove). Perrino invece propone la visione di coetanei e colleghi di Pasteur, Béchamp e Bernard, come migliore e anzi trascurata quasi di proposito, come se si volesse zittire la voce della verità. Ma dove sono le prove di tutto questo? Dove sono le prove della veridicità indubbia di Béchamp e Bernard, la quale teoria diceva che la patogenicità espressa dall’individuo è causa del terreno e non del patogeno stesso?
È inutile sottolineare l’importanza di Pasteur e delle sue ricerche per la scienza moderna.
Come ci insegnano i libri di ecologia, l’organismo influenza l’ambiente e l’ambiente influenza l’organismo, evolvendo così insieme. Vogliamo più chiarezza e basi certe da parte del Dott. Perrino e non escludiamo a priori che il fenomeno degli ulivi possa essere una conseguenza dovuta ad un miscuglio di cause, tra patogeni e ambiente esterno, che di suo va ad indebolire le piantagioni.
L’autore si affida a descrizioni poco elaborate, se non superficiali e davvero poco scientifiche, per correlare la meccanica quantistica con le patologie sviluppate dagli ulivi pugliesi. Soprattutto in quest’ultima parte dell’articolo, si usano termini quali “frequenze vibrazionali degli organismi” e, se fate una breve ricerca su internet, vi rendete conto che questi termini davvero poco seri vi portano a risultati davvero poco scientifici, quali una fantomatica medicina quantistica (“per guarire con le frequenze”) e delle frequenze energetiche con una “guida alla trasformazione energetica”.
Vi riportiamo di seguito il testo lasciando a voi le conclusioni:

Sicuramente non mettiamo in dubbio le preoccupazioni di Perrino per la sua/nostra terra, la tristezza nel vederla distrutta da una patologia o dai pesticidi che da decenni rovinano i nostri campi ed inquinano i prodotti che poi mangiamo.
Quello che chiediamo a tutti, nessuno escluso, dai ricercatori ai giornalisti, dai dirigenti agli studenti e cittadini che divulgano a voce o tramite social, di essere ferrei e critici nella scelta delle fonti da cui vengono prese le notizie. Nuovamente invitiamo tutti ad utilizzare sempre le fonti da cui vengono letti, appresi e condivisi determinati contenuti in modo che tutti possano andare a verificare, leggere ed apprendere a loro volta. Oggi c’è tanto bisogno di tutelare l’ambiente ma senza mettere da parte le evidenze scientifiche, anzi usando proprio la scienza per migliorare la nostra condizione!
Invitiamo allora Il Fatto Quotidiano a stare più attento durante la pubblicazione dei suoi articoli, ad essere più attento alle fonti ma anche nel divulgare notizie che sono ufficiali e conclamate.
“Lo scienziato crede alle prove senza certezze, il bigotto crede alle certezze senza prove.”
Ashley Montagn
PER APPROFONDIRE:
CICAP (pagina FB, account Instagram)
Giuseppe Castiglione