L’Obiettivo 8 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite è la chiave per il raggiungimento di molti altri obiettivi. Garantire un lavoro dignitoso ad ogni cittadino del mondo sconfiggerebbe la povertà; darebbe accesso ad acqua potabile e cibo; assicurerebbe la possibilità di potersi permettere una assistenza sanitaria adeguata e una opportuna istruzione procura possibilità lavorative: è un circolo vizioso che porterebbe all’eliminazione delle disuguaglianze.
Ma qual è l’attuale situazione occupazionale nel mondo? Il Direttore Generale dell’OIL (International Labour Organization) Guy Ryder riferisce: “La disoccupazione mondiale rimane a livelli inaccettabilmente elevati, circa 200 milioni di persone sono disoccupate e centinaia di milioni di persone versano in una situazione di povertà attiva”.

La popolazione mondiale aumenta sempre di più e la creazione di nuovi posti di lavoro dovrebbe andare di pari passo. Per farlo entro il 2030 dovremmo creare oltre 600 milioni di nuovi posti di lavoro: corrispondono a 40 milioni di posti all’anno, ogni anno.
Attualmente tra gli occupati non a tutti è permesso di condurre una vita dignitosa: 780 milioni di persone non guadagnano abbastanza per poter superare la soglia di povertà poiché guadagnano circa 2 dollari al giorno.
Le grandi multinazionali non sono la soluzione, la chiave sta nelle piccole e medie imprese che creano circa il 70% dei posti i lavoro nel mondo e vengono maggiormente colpite dalle crisi finanziarie: è quindi necessario sostenere e agevolare loro l’accesso al credito. Resta inoltre da comprendere meglio quello che è e potrebbe essere il ruolo dell’impiego pubblico.
Il lavoro dignitoso deve essere garantito a tutti: quindi anche alle donne e ai giovani. In molti paesi del mondo le donne non possono accedere a un’istruzione adeguata e questo le porta a dover accettare lavori sottovalutati e non adeguatamente retribuiti. Le donne guadagnano circa il 23% in meno degli uomini e solo 1 donna su 2 lavora. Se poi si tratta di donne con figli i dati peggiorano ancora di più.
Aver studiato per anni e non riuscire a trovare lavoro nello stesso ambito di studi oppure aver lasciato precocemente la scuola e rimanere disoccupati, costituisce nei giovani una ferita che segnerà tutta la loro esistenza.

Nel mondo più del 10% dei bambini non può nemmeno permettersi di lasciare precocemente la scuola, perché in una scuola non ci sono mai entrati. Vengono sfruttati, sono schiavi di proprietà di aziende private o signori della guerra. Vivere nel 2020 in un mondo in cui l’accesso all’istruzione non è garantita a tutti i bambini è inaccettabile.
Per chi ha un’occupazione, recarsi al lavoro non è sempre sicuro: ogni giorno muoiono più di 6000 mila persone a causa di incidenti sul lavoro, per non parlare di tutti gli infortuni che in molti casi causano disabilità e rendono impossibile continuare ad avere un’occupazione. La situazione è tragica e i governi ne sono consapevoli: occorre agire ora per poter raggiungere gli obiettivi di sostenibilità che ci siamo prefissati.