Da pochi giorni gli Stati Uniti hanno superato la Cina per numero di decessi causati da coronavirus: oltre 5000 morti. A New York per la prima volta muore un bambino e la maggior parte dei contagi riguardano pazienti under 50. Mentre si prevede che oltre 200 mila americani potrebbero morire a causa della pandemia che sta colpendo tutto il mondo, il presidente Trump twitta:
My proposal to the politically correct Automobile Companies would lower the average price of a car to consumers by more than $3500, while at the same time making the cars substantially safer. Engines would run smoother. Positive impact on the environment! Foolish executives!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) March 31, 2020
Nell’estate del 2011 l’allora presidente Obama, in accordo con le principali case automobilistiche americane e di importazione, approvò delle nuove regole note come standard Corporate Average Fuel Economy (Cafe) che prevedevano di ridurre del 5% il consumo di carburante usato per le autovetture dal 2017 al 2025. I nuovi standard avrebbero permesso alle famiglie di percorrere più miglia con la stessa quantità di carburante, risparmiando così migliaia di dollari, e avrebbero diminuito l’inquinamento di carbonio di oltre 6 miliardi di tonnellate di gas serra fino al 2025.

Il programma, però, è stato cancellato con un colpo di spugna dal presidente Trump, che ha aumentato i limiti delle emissioni fino al 2026. Tale provvedimento, a detta di Trump, mira ad aiutare i lavoratori americani e a tutelare l’industria nazionale dell’auto, a discapito del settore delle auto elettriche e ibride, che già in Nord-America faticava a prendere piede.
La domanda che grazie a questa notizia ci siamo posti è: è necessario mettere in stand-by l’attenzione e l’impegno (anche) economico verso l’ambiente in un momento di grave crisi finanziaria come quello che il mondo intero sta attraversando da mesi oppure le due cose possono e devono coesistere?
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